Il 5 novembre 1975 a tre giorni dall’atroce uccisione del poeta Pier Paolo Pasolini all’Idroscalo di Ostia, si tennero partecipatissimi funerali a piazza Campo dé Fiori. L’orazione venne tenuta da Alberto Moravia e la giornata rappresentò uno dei momenti più drammatici ed al tempo stesso significativi della vita culturale e sociale del nostro paese. Leggeremo l’orazione e l’incontro sarà l’occasione per ragionare insiemea Irene Ranaldi, sociologa urbana e presidente di Ottavo Colle APS degli effetti distrorsivi del turismo di massa nel centro storico di Roma ormai da molti anni preda di gentrification. Contributo 15 euro, prenotazioni a prenotazioniottavocolle@gmail.com
Di seguito passi della trascrizione dell’orazione di Moravia ai funerali di Pasolini
“Pima di tutto voglio ringraziarvi per essere convenuti qui per dare
l’estremo a Dio a un mio caro amico e ad un grande artista. E adesso vorrei aggiungere una cosa in questi ultimi giorni sono stato continuamente ossessionato dalle immagini della morte di Pier Paolo Pasolini, non soltanto per la crudeltà, l’atrocità di questa morte, ma perché non riusciva di rintracciarne il senso il significato e noi siamo e noi uomini vogliamo che le cose significano qualche cosa, che non siano slegate assurde inerti senza una voce e senza un messaggio. Alla fine mi è sembrato di capire, questo che chi fuggiva a piedi inseguito era Pier Paolo Pasolini, il poeta e con lui o coloro che fosse che correvano dietro non avevano un volto, Perchè non sapevano quello che facevano e non sapevano chi era Pasolini”.