L’associazione
Ottavo Colle è un’Associazione Culturale che nasce dalla ricerca sul campo e dalle pubblicazioni della sua presidente, sociologa urbana. L’associazione organizza incursioni urbane in spazi dismessi, in aree di archeologia industriale, in periferie storiche delle città italiane oggetto di #gentrification ovvero di “imborghesimento” proponendo un cammino di conoscenza della “città periferica” ai percorsi tradizionali.
IIl logo rappresenta l’allegoria di questo percorso: un’anfora antica bianca che si sgretola, composta da 22 rioni e da poco più di 100 mila abitanti dove si concentra il turismo di massa che finisce per snaturarla. L’altra parte dell’anfora, nera perché piena di centinaia di quartieri e di 2 milioni e mezzi di abitati con tante storie da raccontare attraverso la nostra proposta di turismo locale.
Le città sono lo scenario delle identità urbane in movimento e noi vogliamo raccontarle attraverso vari linguaggi: la musica, la fotografia, il teatro, l’arte pubblica ecc. perché la città è sempre una città polifonica e ogni voce va interrogata.
L’Associazione vuole contribuire a valorizzare la metropoli, promuovendone soprattutto gli aspetti culturali, storici, artistici e l’accessibilità, per una città a misura di tutti e inclusiva di ogni differenza. Avvalendosi di una rete di ricercatori, musicisti, poeti intende contribuire a sviluppare l’attività di ricerca scientifica nell’area della trasformazione urbana organizzando seminari, incontri, convegni, attività formative, espositive, divulgative, performance artistiche.
Scrivici
Alla scoperta dei quartieri di Roma con il turismo sociale
“Gli uomini non possono vedere nulla intorno a sé che non sia il loro proprio viso: tutto parla loro di loro stessi. Anche il loro paesaggio ha un’anima». (K. Marx). Questa frase è citata da Guy Debord nella sua celebre Teoria Psicogeografica della Deriva: «La deriva (psicogeografica) è una tecnica di passaggio veloce attraverso diversi ambienti» e: […]
Turisti e residenti. C’è possibilità di collaborazione con un’alleanza redistributiva?
Le strade di Buenos Aires sono già le mie viscere. Non le avide strade scomode di folla e di trambusto, ma le strade svogliate del quartiere, quasi invisibili per l’abitudine intenerite da penombra e da tramonto e quelle più fuori prive di alberi pietosi dove austere casette si avventurano appena, oppresse da immortali distanze, a […]
Covid19 ha reso le metropoli una uguale all’altra: alla ricerca del verosimile autentico
Nei quartieri gentrificati le comunità perdono lo loro identità, le persone non possono mettere radici. Le conseguenze sulla salute mentale sempre più gravi I was bruised and battered I couldn’t tell what I felt I was unrecognizable to myself Saw my reflection in a window Didn’t know my own face So brother are you gonna […]
Eugenia Paulicelli analizza “Moda e cinema in Italia, dal muto ai giorni nostri”
“Cos’è Roma? Qual è Roma? Dove finisce e dove comincia Roma? Roma sicuramente è la più bella città d’Italia – se non del mondo. Ma è anche la più brutta, la più accogliente, la più drammatica, la più ricca, la più miserabile. Il cinema ha molto aiutato a farla conoscere, anche a chi non ci […]
CRONACHE DALLA GENTRIFICATION – VALORI IN CORSO CON LUDOVICA VALORI DEL 25-09-2020
Nella puntata del 25 settembre si è parlato dei cambiamenti portati nel nostro paese dalla diffusione di piattaforme come Airbnb con Riccardo Staglianò, giornalista di Repubblica e autore del libro L’affittacamere del mondo (Einaudi, 2020). A seguire, collegamento con la sociologa urbana Irene Ranaldi, giornalista e autrice del testo Gentrification in parallelo – quartieri tra Roma e New York (Aracne, 2014). La scaletta […]
PASSEGGIATE REALI E VIRTUALI CON OTTAVO COLLE: INTERVISTA A IRENE RANALDI
La sociologa urbana Irene Ranaldi ha parlato agli ascoltatori delle nuove iniziative della sua associazione Ottavo Colle: dalla passeggiata al Trullo sulle orme di Gianni Rodari alle letture online delle storie di vita di antifascisti romani da lei raccolte nel corso degli anni, per meglio comprendere cosa significhi la parola dittatura – usata abbastanza a sproposito in questo periodo.
Don Sardelli a Roma
Roberto Sardelli (Pontecorvo, 5 aprile 1935 – Pontecorvo, 18 febbraio 2019) sacerdote, maestro e scrittore si è battuto per il riscatto dei baraccati di Roma, dopo essersi avvicinato alla pedagogia di don Lorenzo Milani. Impegnato per un rinnovamento morale e materiale della vita politica e sociale italiana, si è preso cura per lungo tempo di malati di Aids e si è inoltre occupato di danza praticando il flamenco tra i popoli rom e sinti dell’Andalusia.
«La politica è l’unico mezzo umano per liberarci. I padroni lo sanno bene e cercano di addormentarci. Ci portano il vino, la televisione e i giradischi, macchine e altri generi di oppio. Noi compriamo e consumiamo. Serviamo ad aumentare la ricchezza padronale e a distruggere la nostra intelligenza.»
(Scuola 725: Lettera al sindaco, Roma, 1968)
Nel 1968 arrivato a Roma alla parrocchia di San Policarpo in via Lemonia nel quartiere Tuscolano non restò indifferente alla vista di centinaia di baracche e migliaia di persone che vivevano a ridosso degli Acquedotti e decise di andare a vivere con i baraccati fondando li la “Scuola 725” (725 dal numero della baracca). Una scuola a tempo pieno, centrata sulla riappropriazione della parola da parte di chi ne era escluso, animata da uno spirito critico.
Scuola, Chiesa e periferia, sono le tre parole chiave che hanno caratterizzato la vita di Don Sardelli e che riproponiamo ai nostri “turisti locali” nelle nostre iniziative al Mandrione, al Quadraro, al Tuscolano dove tra il 1960 e il 1975 si trovarono ad operare molti operatori sociali, sociologi, studiosi e fotografi sociali, antropologi, pedagoghi quali Franco Ferrarotti, Franco Pinna, Linda Zammataro, Franco Cagnetta, Giangiacomo Feltrinelli, Alberto Moravia.
La “Lettera al sindaco” che i ragazzi di Don Sardelli composero in circa 10 mesi e poi pubblicata su “Paese Sera” mise la politica di fronte alle sue responsabilità: «Dove viviamo è un inferno. L’acqua nessuno può averla in casa, l’umidità ci tiene compagnia per tutto l’inverno». E da qui con il sindaco Petroselli iniziò il lento cammino verso la riacquisizione di dignità, attraverso l’assegnazione di case popolari, di questa umanità dispersa nelle baracche.
2007, “Non tacere” di Fabio Grimaldi, prodotto da Blue Film, fotografia di Antonio Covato, montaggio di Luca Morazzano e Tommaso Valente, scritto da Fabio Grimaldi e Manuela Tempesta.
miglior documentario a Arcipelago International Film Festival e Visioni Fuori Raccordo, finalista nella cinquina miglior documentario dei David di Donatello.